«È una farsa, non c’è scelta»- Corriere.it

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Le parole più efficaci le ha trovate Mojgan Eftekhari, madre di Mahsa Amini: «Se votare potesse fare del bene al popolo iraniano, sarebbe vietato». Il figlio Ashkan ci dice che per questo post sua mamma è stata di nuovo portata in questura e interrogata: «Niente di grave, ma non può parlare».

Oggi, in Iran, si vota per il parlamento e per l’Assemblea degli Esperti, una struttura formata da 88 membri che come ruolo fondamentale ha quello di scegliere il leader supremo, il successore dell’ayatollah Khamenei.
Sono le prime elezioni dopo l’uccisione di Mahsa Amini, la cui morte ha dato il via al movimento rivoluzionario Donna, vita, libertà «che non è finito. Tutti i giorni pratichiamo la disobbedienza civile non mettendoci il velo, raccontandoci sui social», dice M., una giornalista di un quotidiano di Teheran. Sono le prime elezioni dopo due anni di economia al collasso, inflazione e disoccupazione senza precedenti, e, soprattutto, di repressione spietata.

«L’anno scorso abbiamo già votato con il nostro sangue per la libertà. Queste elezioni sono una farsa. Nessuno delle persone che conosco ha intenzione di andare ai seggi», continua M. Ci racconta che nemmeno la sua famiglia molto religiosa voterà.
Basta un dato: il Consiglio dei Guardiani — 12 uomini incaricati di supervisionare le elezioni — ha negato la candidatura a oltre 12.000 persone che si erano proposte per il parlamento e ha anche impedito all’ex presidente moderato Hassan Rouhani di presentarsi per l’Assemblea degli Esperti. Tra i 14 mila candidati, solo circa un centinaio non appartengono ai conservatori di Khamenei.
«Si vota tra i giovani e i vecchi fondamentalisti: non c’è vera scelta. L’affluenza sarà ai minimi storici: ci aspettiamo tra il 10 e il 18% nelle grandi città come Teheran, e tra il 20 e il 30% in tutto il resto del Paese», spiega il professore iraniano Saeid Golkar.

Impaurito dal fantasma dell’astensionismo, il regime ha riempito le città con i faccioni dei suoi candidati. Urla già al «complotto di Stati Uniti e Israele» e fa di tutto per spingere/costringere i cittadini ad andare a votare. Oltre a ricattare i lavoratori statali, ha facilitato la registrazione ai seggi: «Non è più necessario avere la carta d’identità. Peccato che gli altri documenti non vengano timbrati, quindi una persona potrebbe presentarsi più volte», continua Golkar.
Il professore è certo che voteranno i pasdaran, le loro famiglie e i religiosi vicino a Khamenei, «mentre tutti gli altri si preparano alla rivoluzione».



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www.corriere.it
2024-03-01 08:05:11 ,

Previous Democrazia Cristiana Storica, l’imprenditore Salvatore Del Puente é il responsabile del partito in Campania

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